venerdì 5 febbraio 2010

La Milano da mangiare

panettone
Attorno alla “capitale morale” (le risate precotte possono essere inserite qui, come a Striscia la Nequizia), poi divenuta capitale liquida negli anni dei “mariuoli” disseminati sicuramente dalla Cia (inserire qui altre risate in scatola per la gioia dei piccini e dei sofferenti di gravi turbe psichiche) e avviata a trasformarsi in capitale buffet, si sta allestendo il colossale banchetto di Expo 2015, imperniato attorno alla nuova Protezione Civile s.p.a, che prenderà in carico tutta la scellerata operazione, sotto la guida del futuro ministro Bertolaso. Corollari necessari e sufficienti all’abbuffata a colpi di espropri e deroghe da leggi e regolament nazionali, regionali e comunali per affrontare “l’emergenza Expo” (si accettano scommesse) con tanti cari saluti al federalismo per babbei leghisti, sono le tappe seguite dal governo del fare i soldi: 1) la legislazione proteggi malandrini e stronca processi per mettere in sicurezza i commensali e gli invitati al buffet; 2) la riscrittura di Mani Pulite, raccontata appunto come un complotto degli ammeregani che nel 1992 foraggiavano partiti e pagavano tangenti come se piovesse per poi poterli affidare a James Tonino Bond, 3) la progressiva, inesorabile ghedinizzazione della magistratura, per svuotare preventivamente i dossier e le inchieste che sono in agguato nei cassetti della Procura di Milano, attorno ai finanziamenti occulti, ai flussi di grana, alle procedure e ai meccanismi di questo Expuah 2015. Alla fine, la pista da seguire, come già dai giorni gloriosi della “discesa in campo”, quando si tratta del circo Berlusbarnum è sempre quella: “follow the money”, seguite dove vanno a finire i danèe. Milano era la città che avrebbe dovuto salvare l’Italia e additare, come la stella cometa, la via alla “moralizzazione” della vita nazionale. Non fatemi ridere che ho le labbra screpolate.



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