lunedì 30 novembre 2009

Ancora due considerazioni sui Minareti . . . . .

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Travolti dall’entusiasmo per il referendum svizzero contro i minareti, che non sono bambini che lavorano in miniera come qualche intellettuale leghista del Veneto potrebbe credere fraintendendo, ma le torri merlate sopra le moschee dalle quali il muezzin intona le preghiere, Bossi e i suoi allegri compagni della brughiera potrebbero saltare il problema di mettere una croce sul tricolore, si presume non più utilizzato come carta igienica, e proporre direttamente di adottare la bandiera della Croce Rossa, come segno dei loro forti valori giudaico-cristiano-celtici. Per il giorno dell’adozione (della bandiera, ripeto, non dei bambini in miniera) saranno organizzate feste padane con distribuzione di Toblerone e orologini, se ne sono rimasti ancora nella gerla di Berlusconi, tra le farfalline e le tartarughine da tempo inutilizzate, dopo che li ha distribuiti come tutti gli anni per Natale ai suoi Fantozzi.

Silviolo e il dittatore (Bielorusso)

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L’ultimo e più bieco residuato del Socialismo Reale, che neppure fa finta di essersi convertito alla democrazia e mantiene le più luminose tradizioni comuniste, il dittatore bielorusso Aleksander Lukashenko viene onorato dalla visita di stato del collega Silvio Berlusconi che a Minsk lo loda come “amato dal popolo”. Un fatto comprovato, dice il nostro, “dal suo successo elettorale”. Dal 1994, Lukashenko viene evitato con cura da tutti i governi occidentali che lo boicottano per le sue sfacciate violazioni dei diritti civili e per elezioni che sono state unanimente descritte come una pagliacciata senza valore. Stalin, se fosse ancora vivo, si sarebbe commosso.

domenica 29 novembre 2009

Il mio amico padrino

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Dalla pornografia al Padrino, ora la innocenza e la purezza (copyright S. Bondi) di Silvio Berlusconi sono, a giudicare da quando scrivono e dicono i suoi “agit prop” telegiornalistici, affidate alla parola di un superboss mafioso, Graviano, in carcere a vita per omicidi comprovati tra i quali l’esecuzione di don Pino Puglisi, un altro di quelli che sarebbero “da strozzare”, secondo Silvio, se non avessero già provveduto i tentacoli della Piovra a tirargli il collo. Il Graviano, ci spiegano entusiasticamente i chierichetti di Silvio che contano gli arresti come se fossero punti a carte, mentre tutti sappiamo che stiamo perdendo la partita contro il crimine organizzato che ha in mano il mazzo della politica, contraddirebbe le deposizioni del suo picciotto pentito Spatuzza. Gli amici si vedono nel momento del bisogno.

sabato 28 novembre 2009

Il razzismo delle mele marce (purtroppo non poche)

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Dopo anni e anni di pietose menzogne diffuse specialmente dai salmodianti chierichetti delle televisioni sulle “poche mele marce” negli stadi, sulle “piccole minoranze di imbecilli”, sul “popolo italiano che non è razzista”, il virus del razzismo mutato ormai in politica, divenuto sindaco e assessere in tante città, eletto in Parlamento, accolto negli studi della Rai e delle tv private con piena legittimità, mandato al Parlamento Europeo, nominato ministro, si sta non già diffondendo, ma rivelandosi in tutto il proprio radicamento profondo nelle budella della società italiana. Fino a quando non avremo il coraggio di ammetterlo, di dire che quelle “poche mele marce” hanno interi e rigogliosi frutteti alle spalle, che idee come il Bianco Natale o le carrozze di tram riservate ai milanesi non sono “stronzate” occasionali di un leghista ciucco, ma sintomi gravi, continueremo a peggiorare. Gli italiani non sono improvvisamente diventati razzisti. I razzisti e gli xenofobi italiani hanno semplicemente trovato chi li rappresenta e chi offre loro voce, copertura e apparente dignità politica politica. Si sentono, giustamente, sempre più forti. E non saranno le patetiche iniziative “politically correct” del pallone, con la sua immensa coda di paglia (qualcuno ricorda gli striscioni in “onore alla tigre Arkan” all’Olimpico di Roma?) a stroncarlo.

Fatta la legge gabbato lo Santo.....o vice versa?

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Un sacro precetto della civiltà giuridica nazionale e della nostra millenaria cultura, secondo il quale “fatta la legge, trovato l’inganno” sta per essere stravultus con la panzana del processo breve e della persecuzione giudiziaria. Se passerà, si potrà dire con orgoglio che in Italia: “fatto l’inganno, trovata la legge” per coprirlo.

venerdì 20 novembre 2009

A proposito del No B-day

Una manifestazione come il No-B Day, se viene fatta come pura dimostrazione di fastidio e di opposizione contro un Presidente del Consiglio legittimamente in carica, non ha senso, per la sua genericità e per il suo essere soltanto quello che volgarmente ma efficacemente si definirebbe “uno scazzo” . Il numero dei presenti, che sarà come al solito giocato alla fine a colpi di zeri rimbalzati come palline da ping pong tra la Questura, il Minzculpop TGUno, i giornali della scuderia del Cavaliere Rampante e gli organizzatori, non potrà mai giustificare una caduta del governo, a meno di essere milioni e milioni, come non sarà. Molto e vero senso, o forza, avrebbe invece una manifestazione che si ponesse un obbiettivo specifico e identificabile chiaramente, come il ritiro della Legge Porcheria sui processi SS, Salva Silvio, chiesta anche da Saviano e da chi sta firmando il suo appello, una legge che potrebbe essere vagamente accettabile soltanto a condizione che non fosse retroattiva e non avesse quindi lo spudorato fine di impedire di concludere i processi in corso. Allora anche cento, o duecento mila persone in corteo per opporsi a una legge avrebbero forza e voce. Ma le dimostrazioni genericamente politiche, come gli scioperi politici, non funzionano più da tempo, se non come fattori per esaltare il dissenso e i malumori proprio tra coloro che al Cavaliere Rampante vorrebbe opporsi.

mercoledì 18 novembre 2009

Chiare fresce et dolci acque

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Se proprio fossi diventato un berlusconiano, magari cadendo e picchiando la testa, se credessi alla sua completa innocenza, alla persecuzione dei giudici contro personaggi come il Cosentino, alla sua assoluta mancanza di interesse privato nella cosa pubblica, alla indipendenza dei suoi giornali, alle favole del Minzuculpo e alle farneticazioni dei Gasparri, al successo delle ronde padane e magari anche alla fatina che mette soldi sotto il cuscino quando cascano i dentini da latte, questo trasferimento dell’acqua pubblica nelle mani di privati, per un regalino calcolato attorno ai 7 miliardi di Euro senza alcuna ragione visto che l’acqua è già criminalmente privatizzata dai mafiosi in alcune regioni del Sud e fluisce benissimo in altre zone d’Italia, basterebbe a convincermi che questo non è un cattivo governo o un buon governo, un governo di destra o di sinistra. E’ un’oscenità i cui danni saranno cancellati soltanto dopo immani sforzi delle future generazioni, se ne avranno la forza. Io ho i miei dubbi.

domenica 15 novembre 2009

L'identita` fluida del pentito di Mafia

Strana condizione quella del “pentito” di mafia, altrimenti detto collaboratore di giustizia. Quando permette con le sue indicazioni di arrestare l’ennesimo latitante viene salutato come un prezioso strumento di lotta al crimine organizzato che dimostra la mirabile efficacia del governo. Quando denuncia qualche mammasantissima della politica e del potere, come per esempio un Dell’Utri o un Cosentino, è uno ‘nfame a orologeria in combutta con le toghe rosse.

Quelli della Banda Larga

Girovagando sul sito di Alexia.com, il più noto analizzatore di contatti in Internet anche se non necessariamente il più attendibile (il più accurato, se proprio si vuole marcare da vicino un sito, resta Google Analytics) si notano alcune cose interessanti nelle varie tendenze, che vanno lette appunto come i sondaggi, che non sono Vangeli o Corano, ma indicazioni. Sorge il dubbio che l’indifferenza del governo Berlusconi per la banda larga, che non è una vecchia mutanda lavata troppe volte, ma l’elastico che dovrebbe proiettare anche l’Italia oltre il muro della nostra arretratezza informatica, nasca dal fatto che il pubblico dei lettori dei giornali (di carta) della destra non frequentano molto o affatto le loro edizioni on-line, neppure nei momenti nel quali la vendita in edicola dei loro organi segnala crescite. La distanza fra siti di Repubblica, del Corriere, della Stampa e quelli dei quotidiani vicini a Berlusconi è enorme e molto superiore al differenziale delle vendite in edicola, anche scontando le copie regalate e buttate. Non intendo qui rimescolare la questione caprina su internet “di destra” o di “sinistra”, nè certamente – a scanso delle solite menate – sostenere la superiorità culturale, morale, ginnico sportiva o gastronomica della sinistra soltanto perchè “clicca” più della destra. Semplicemente osservo che l’attenzione principale dell’attuale “lìder maximo” del Paese resta tutta concentrata sul controllo della comunicazione televisiva e sui telegiornali, perchè lì, nei vari Minzculpop pubblici e privati, sta il sacro Graal della manipolazione del consenso e suona il piffero per incantare i serpenti. Accrescere la disponibilità e la diffusione di Internet, allargando l’offerta e quindi riducendo i costi, non gioverebbe, anzi, potrebbe nuocere gravemente, alla salute elettorale di un governo che infatti per questo lesina, o nega, gli investimenti promessi per svilupparla. Controllare l’offerta di informazione attraverso Rai e Mediaset è facile, per chi ne possiede una e nomina i direttori dell’altra. Controllare la Rete è impossibile in Europa. Che interesse potrebbe avere mai Silviolo, che ha sempre i propri interessi in testa prima di ogni altra cosa, ad allargare la banda? Sarebbe interessante se, fra i tanti sondaggi inutili o massaggiati “ad usum” che ci piovono sulla testa ogni giorno, se ne conducesse uno serio per sapere quanti sono gli utilizzatori della Rete fra gli elettori dei vari partiti italiani. Forse mi sbaglio, o forse spiegheremmo meglio quel rifiuto ad allargare la banda.

sabato 14 novembre 2009

Dall'Olimpo alla monnezza

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Attendiamo con ansia gli ampi e sdegnati servizi che il Minzculpop e gli altri organi della propaganda pubblica e privata sicuramente, essendo campioni di giornalismo indipendente e coraggioso, ci proporranno nelle prossime ore sul disastro della spazzatura che sta invadendo Palermo e i comuni vicini. Finora non sembrano avere scatenato lo stesso sabba di telecamere e di inviati speciali che vedemmo danzare a orologeria (non si dice così?) attorno alla Napoli pre elettorale, prima che miracolosamente scomparisse dopo l’apparizione di San Silvio. Il fatto che la Sicilia e Palermo, autocandidata dal sindaco alle Olimpiadi dove almeno la medaglia di bronzo (alla faccia) è garantita, siano governati dai comparucci dal più Grande Spazzino della Storia è, naturalmente, solo una coincidenza.

venerdì 13 novembre 2009

Maggioritario quasi secco . . . . .

L’agognato “bipartisimo perfetto” american style con il quale furono sfracellati i cotilloni alla mia generazione cresciuta con le poverine del proporzionale e con la tubercolosi delle correnti, ha prodotto, soltanto in questo 2009 un altro partito comunista, credo sia il quinto o il sesto, e adesso la nuova rotellina di Rutelli e Tabacci. Un giorno qualcuno di questi luminari della politica italiana mi spiegherà come quel 50% abbondante di italiani che non vogliono essere governati dalla coalizione di Mister Bee e quel 60 per cento che non votano per lui pensino di togliergli la poltrona se continuano a dividersi la ricottina fra di loro. Davvero Rizzo dei neo-post-microcomunisti e il coniuge della Palombelli pensano di essere il perno politico – ripeto, politico – attorno al quale ruoterà l’Italia post silviana? Non sarebbe allora stato meglio tenerci il proporzionale, che almeno permette agli elettori di micropartiti di mandare un paio di citrulli, di idealisti, di pavoncelli in Parlamento e sentirsi così almeno rappresentati sulla pista del Circo Togni?

giovedì 12 novembre 2009

Sempre pronti ad abboccare . . . . . il popolo degli immuni

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A prescindere, come diceva Toto’, dal fatto che noi italiani dobbiamo essere una nobile gens assai volubile, visto che un paio d’anni or sono eravamo idrofobi contro la “casta” dei politici e pronti a scuoiarli vivi e oggi siamo pronti a ingoiare il ritorno dell’immunità, si dovrebbe forse far notare dove sta il trucco, che naturalmente gli “errand boys” (fattorini, con tutto il rispetto per la categoria) giornalistici sparsi dal Minzculpop al giornale della famiglia di Mister Bee e a tutti gli altri organetti perfettamente liberi di dire quello che pensa il loro Amato Lìder, nascondono nel cilindro. Se si rintroduce l’immunità e con essa la famosa “autorizzazione a procedere”, è ovvio che sia la maggioranza a doverla concedere e la maggioranza non concederà mai autorizzazioni per procedere contro uno dei propri picciottelli. Nel caso di sospetti e accuse gravissime, come nella vicenda del sottosegretario all’Economia Cosentino, funzionerà il vaccino della “magistratura politicizzata” e rossa che ci stanno pompando nelle vene a secchi. Dichiarare a priori che anche i magistrati anti mafia come Ingroia sono semplici avversari politici abbagliata dall’odio antiberlusconiano, significa infatti garantire che anche le incriminazioni più gravi saranno depotenziate alla radice dalle cocorite e dai capponi nello zoo dell’Amato Lìder. Et voilà, ecco fatto. Nessun parlamentare della maggioranza sarà perseguibile o punibile perchè ogni accusa contro di lui sarà – come oggi avviene per Mister Bee – considerata per definizione come un attacco politico e come tale da respingere. E noi, i pesci boccaloni, abboccheremo.

lunedì 9 novembre 2009

I cattivi e i cretini

Di fronte a eventi di incomprensibile violenza, ci viene ricordato, spesso con tono magistrale e saccente, che non tutto puo’ avere spiegazioni sociologiche o politiche e i “cattivi” integrali esistono e sono semplicemente cattivi. Con la stessa severita’, si dovrebbe aggiungere che anche davanti a interventi di personalita’ politiche della maggioranza sui caso Cucchi, si dovrebbe ammettere che, come esistono i cattivi, cosi’ esistono anche i cretini.

Tutto ha un prezzo, vero Minzolini?

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Nel giorno in cui l’ agenzia Ansa annuncia che per il boss del Partito della Liberta’ in Campania, sottosegretario all’Economia e futuro candidato alla Presidenza della Regione Nicola Cosentino sta arrivando la richiesta di custodia cautelare per “concorso esterno” con la Camorra e in particolare con quella simpatia combriccola di buontemponi nota come il clan del Casalesi, il direttore del primo organo di informazione nazionale, quello che da solo fa piu ascolti di tutti i chiacchiera-show messi assieme, scelto personalmente dal proprietario delle reti concorrenti della Rai, il TgUno, Augusto Minzolini, spara uin editoriale nell’ora di massimo ascolto per invocare il ritorno all’immunita’ parlamentare. Guarda a volte l’eccesso di zelo e di riconoscenza per i propri benefattori e protettori che spiacevoli coincidenze produce anche per il Minzculpop.

domenica 8 novembre 2009

Attenti al boomerang

Sono propri sicuri, i difensori dei nostri valori cristiani rappresentati dai crocefissi nelle scuole laiche che ora quegli infedeli dell’Unione Europea vorrebbero togliere, che usare l’argomento della pedofilia sia la scelta migliore per fare cosa gradita a Santa Madre Chiesa?

venerdì 6 novembre 2009

ALLA BANDIERA ROSSA

Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui esista:
chi era coperto di croste è coperto di piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese africano,
l’analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.
- Pier Paolo Pasolini

Cambia, todo cambia . . . . .

In questa frenesia cesarista del nostro Caro Leader e Padre Affettuoso, che vuole cambiare la Costituzione per rendere se stesso sempre piu’ potente e sempre piu’ immune dalle conseguenze dei pasticci che ha combinato e che combina, forse qualcuno dei suoi massaggiatori giornalistici un tanto a marchetta e dei suoi sostenitori in buona fede dimentica un piccolo dettaglio: in politica, neppure quando vigono regimi che si immaginano “millenari” nulla e’ mai per sempre. Il vento puo’ cambiare dalla sera alla mattina, come ha dimostrato anche l’America castigando il partito di Obama dopo averlo appoggiato trionfalmente appena un anno fa e come vedemmo quando quel muraglione di cemento a Berlino venne giu’ come una pastafrolla venti anni or sono. Dunque attenzione, perche’ mettere le chiavi della nazione nelle mani dell’amato ducetto del momento puo’ vederle finire piu’ tardi tra le dita dell’odiato ducetto avversario, quando, inevitabilmente, la giostrina della storia avra’ fatto un giro. Io non mi fido di nessun governo, quali che siano il suo colore e le sue intenzioni e preferisco che in un’ Italia dove la tentazione della piaggeria e del servilismo e’ sempre altissima, i governanti stiano sempre al guinzaglio corto. Silvio sara’ anche un innocuo cagnolino da salotto, un benefattore dell’umanita’, un esempio di moderazione e di integrita’, vi concedo tutto. Ma chi verra’ dopo di lui? Vi piacerebbe un DiPietro dotato di tutti i poteri che oggi il Caro Leader si vuole attribuire, gentili amici berlusconiani? Niente e’ impossibile, in politica. Rammentare sempre che il potere corrompe tutti, e piu’ aumenta il potere piu’ aumenta il grado di corruzione fino al potere assoluto che corrompe assolutamente.

lunedì 2 novembre 2009

La certezza della pena e l'incertezza in carcere

Cucchi muore per “essere caduto dalle scale” del carcere dove era stato rinchiuso per possesso di sostanze stupefacenti, quella cocaina che vediamo volare allegramente nelle feste dei vip, da Roma a Milano alla Sardegna, con condimento di veline, prostitute di vari sesso, minorenni, leccapiedi, truffatori e ruffiani assortiti, senza che nessuno cada mai dalle scale. La brigatista Blefari muore suicida, impiccandosi, molto prevedibilmente. Due che si aggiungono ai vari casi di detenuti che muoino per cause non accertate, curiosa definizione per qualcuno che ha la proprIa esistenza “accertata” ogni giorno dalla propria condizione di recluso. Non sapevo che in Italia fosse stata reintrodotta la pena capitale, senza avvertirci. Sarebbe il caso di ricordare che il sistema carcerario e’ uno dei rivelatori piu’ eloquenti e onesti del livello di civilta’ di una nazione e non credo di dover ricordare i gulag e i lager e i Piombi e le Ville Tristi per dimostrare questa semplice verita’. Dalla nazione di Beccaria stiamo diventando la terra dei becchini. E costruire piu’ carceri, se questa e’ la situazione, non risolve, al contrario moltiplica, l’indecenza di uno Stato che non sa prendersi cura di coloro che sono a esso totalmente affidati per essere detenuti, non uccisi. Prima della certezza della pena, slogan con il quale si fanno gargarismi demagogici, deve venire la certezza di non cadere dalle scale o di non mettere la testa in un nodo scorsoio.