mercoledì 8 giugno 2011

Bartolomeo Sacco: Lettera al figlio Dante


«Mio carissimo figlio e compagno,
sin dal giorno che ti vidi per l'ultima volta ho sempre avuto idea di scriverti questa lettera: ma la durata del mio digiuno e il pensiero di non potermi esprimere come era mio desiderio, mi hanno fatto attendere fino ad oggi. Non avrei mai pensato che il nostro inseparabile amore potesse così tragicamente finire!
Ma questi sette anni di dolore mi dicono che ciò è stato reso possibile. Però questa nostra separazione forzata non ha cambiato di un atomo il nostro affetto che rimane più saldo e più vivo che mai. Anzi, se ciò è possibile, si è ingigantito ancor più. Molto abbiamo sofferto durante il nostro lungo calvario.
Noi protestiamo oggi, come protestammo ieri e protesteremo sempre per la nostra libertà. Se cessai il mio sciopero della fame, lo feci perchè in me non era rimasta ormai alcuna ombra di vita ed io scelsi quella forma di protesta per reclamare la vita e non la morte, il mio sacrificio era animato dal desiderio vivissimo che vi era in me, per ritornare a stringere tra le mie braccia la tua piccola cara sorellina Ines, tua madre, te e tutti i miei cari amici e compagni di vita, non di morte. Perciò, figlio, la vita di oggi torna calma e tranquilla a rianimare il mio povero corpo, se pure lo spirito rimane senza orizzonte e sempre sperduto tra tetre, nere visioni di morte. Ricordati anche di ciò figlio mio. Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso. Aiuta i perseguitati e le vittime perchè essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili. Continuamente pensavo a te, Dante mio, nei tristi giorni trascorsi nella cella di morte, il canto, le tenere voci dei bimbi che giungevano fino a me dal vicino giardino di giuoco ove vi era la vita e la gioia spensierata - a soli pochi passi di distanza dalle mura che serrano in una atroce agonia tre anime in pena! Tutto ciò mi faceva pensare a te e ad Ines insistentemente, e vi desideravo tanto, oh, tanto, figli miei! Ma poi pensai che fu meglio che tu non fossi venuto a vedermi in quei giorni, perché nella cella di morte ti saresti trovato al cospetto del quadro spaventoso di tre uomini in agonia, in attesa di essere uccisi, e tale tragica visione non so quale effetto avrebbe potuto produrre nella tua mente, e quale influenza avrebbe potuto avere nel futuro. D'altra parte, se tu non fossi un ragazzo troppo sensibile una tale visione avrebbe potuto esserti utile in un futuro domani, quando tu avresti potuto ricordarla per dire al mondo tutta la vergogna di questo secolo che è racchiusa in questa crudele forma di persecuzione e di morte infame. Si, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre Idee che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire. Dante, per una volta ancora ti esorto ad essere buono ed amare con tutto il tuo affetto tua madre in questi tristi giorni: ed io sono sicuro che con tutte le tue cure e tutto il tuo affetto ella si sentirà meno infelice. E non dimenticare di conservare un poco del tuo amore per me, figlio, perchè io ti amo tanto, tanto... I migliori miei fraterni saluti per tutti i buoni amici e compagni, baci affettuosi per la piccola Ines e per la mamma, e a te un abbraccio di cuore dal tuo padre e compagno.
Nicola Sacco»

venerdì 3 giugno 2011

No potho reposare

Questa canzone mi ha accompagnato per molto tempo, dai tempi dell'universita`, quando il mio compagno di casa (che coraggio chiamare casa quella stanzetta...) Gianmarco, mi insegno` a cantarla (e c'e` voluto del coraggio: e` stonatissimo) in Piazza dei Cavalieri. Mi piace ascoltarla quando sono un po' malinconico e pure quando vorrei che mia moglie parlasse o capisse un po' di piu` l'Italiano, mi piacerebbe potesse cogliere e accogliere la dolcezza di questa lingua e di questa canzone.
Ho scelto di condividere con voi questo video perche` oltre alla bellezza della canzone, mi ricorda Andrea Parodi, conosciuto come la voce dei Tazenda. Questo e` il suo ultimo concerto.


No potho reposare

Non potho riposare amore ‘e coro,
pensende a tie so d’onzi momentu.
No istes in tristura prenda ‘e oro,
ne in dispiaghere o pensamentu.
T’assicuro che a tie solu bramo,
ca t’amo forte t’amo, t’amo e t’amo.
Si m’esser possibile d’anghelu
s’ispiritu invisibile piccabo.
T’assicuro che a tie solu bramo,
ca t’amo forte t’amo, t’amo e t’amo.
Sas formas
e furabo dae chelu su sole e sos isteddos
e formabo unu mundu bellissimu pro tene,
pro poder dispensare cada bene.
Unu mundu bellissimu pro tene,
pro poder dispensare cada bene.
Non potho reposare amore ‘e coro,
pensende a tie so d’onzi momentu.
T’assicuro che a tie solu bramo,
ca t’amo forte t’amo, t’amo e t’amo.
T’assicuro che a tie solu bramo,
ca t’amo forte t’amo, t’amo e t’amo


traduzione in italiano

Non posso riposare

Non posso riposare amore del cuore,
sto pensando a te ogni momento.
Non essere triste gioiello d’oro,
ne addolorata o preoccupata.
Ti assicuro che desidero solo te,
perché ti amo forte, ti amo e ti amo.
Se mi fosse possibile prenderei
lo spirito invisibile dell’angelo.
Ti assicuro che desidero solo te,
perché ti amo forte, ti amo e ti amo.
Le forme
e ruberei dal cielo il sole e le stelle
e creerei un mondo bellissimo per te,
per poterti regalare ogni bene.
Un mondo bellissimo per te,
per poterti regalare ogni bene.
Non posso riposare amore del cuore,
sto pensando a te ogni momento.
Ti assicuro che desidero solo te,
perché ti amo forte, ti amo e ti amo.
Ti assicuro che desidero solo te,
perché ti amo forte, ti amo e ti amo