venerdì 29 gennaio 2010

Al cittadino non far sapere

Basta con gli sceneggiati sulla Mafia, ci esorta paterno Berlusconi dopo le figure da caciottaro che lui, le sue avventurette e i suoi uomini ci fanno fare nel mondo divenendo oggetti di ridicolo e di satira ovunque, per non sporcare l’immagine dell’Italia nel mondo. Bravo il nostro impresario di TV private e lord protettore delle Tv pubbliche. Inviare subito un ukaz alle proprie aziende, ai direttori di sedicenti giornali e ai presidenti in ginocchio. L’Unione Sovietica fece di meglio: eliminò addirittura gli incidenti d’auto, le sciagure aeree, i delitti contro le persone, per non parlare delle mafie che a Mosca, a Tbilisi, a Erevan, ovunque imperversavano trafficando in tutto il trafficabile – come poi scoprimmo appena si sollevò il sudario del silenzio – cancellandoli dai media del regime. In Urss nessuno moriva ammazzato, nessun treno deragliava, nessun guidatore ubriaco falciava passanti, nessuno rubava. Come dice l’antico dilemma Zen: se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente cadere, è caduto? Gli abitanti di Palermo, di Napoli, di Reggio Calabria scopriranno che le mafie non esistono, quando si smetterà di raccontarle? E non è l’omertà, cioè la bocca chiusa, esattamente quello che i picciotti vogliono?



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