giovedì 4 marzo 2010

allarmi siam paninari

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“A elezioni passate dovrò occuparmi del partito” annuncia ai suoi fedeli riuniti a cenacolo a Palazzo D’Addario Silvio Berlusconi stizzito per la figura da peracottari fatta scivolando dal Predellino al Panino, che ora toccherà a lui sistemare scendendo sulla piazza televisiva per rimettere ordine nel gregge delle pecorelle smarrite, altro che le mutande della par condicio, vedrete se mi sbaglio. Questa di “occuparsi del partito” che non lo soddisfaceva mai perchè guidato da incompetenti, cospiratori, lazzaroni, birbantelli o semplicemente coglioni, espressione molto cara al duce, era una delle costanti preoccupazioni di Benito Mussolini, come sappiamo dai diari dei gerarchi e dai ricordi dei sopravvissuti. In vent’anni, tra il 1921 e il 1943, il romagnolo del fare provò e cambiò sedici persone diverse alla guida del partito, da Luigi Bianchi a Carlo Scorza passando pure per un paio di direzioni collegiali, in media uno ogni 16 mesi, senza mai riuscire a risolvere il vero problema. Che era lui, non il partito.


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