venerdì 18 dicembre 2009

I problemi reali . . . e il mito

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Oltre mezzo milione di italiani, l’equivalente di due medie città italiane, sono scomparsi dal loro luogo di lavoro e hanno perduto lo stipendio nel corso del 2009, più di centomila nell’ultimo trimestre (ISTAT), ma i siti di alcuni importanti giornali tardano a mettere la notizia on line e il TG del Minzculpop riuscirà a impapocchiare la notizia confrontandola con la disoccupazione in Bangladesh o nel Delta del Mississippi, ben dietro la resurrezione di Silvio uscito dalla grotta del dolore. Noi andiamo meglio degli altri, ci sentiremo ripetere, che è come dire, coraggio, signora, lei ha sei mesi di vita, pensi a quelli che ne hanno tre o quattro, e il pensiero di avere un po’ meno disoccupati che in America sarà certo di grande conforto per i Pautasso, i Percuocolo, i Busetto rimasti a piedi. Non ci sono prognosi per la guarigione di questi uomini e donne rimasti senza lavoro e non vedremo nei programmi di propaganda governativa come Pòrtalo via a Pòrtalo via (Andalù, l’amico degli animali) i loro volti sofferenti e feriti nei plastichini dei loro bilocali in via di sfratto, visto che nello stesso periodo i mutui in “sofferenza”, come se fossero i mutui a soffrire, sono raddoppiati, con le prefiche di regime alla Cicchitto, Quagliarella, Bonaiuti. Non c’è sangue, e i disoccupati non servono alla beatificazione del Primo Martire. Sono la realtà che scalfisce il mito.

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