lunedì 4 maggio 2009

Intanto in un paese lontano lontano . . . .

Nel frattempo, una ragazzina di 13 anni muore ammazzata da un proiettile sparato, voglio credere per errore, da soldati italiani a Herat, in Afghanistan. Che colpe aveva quella bambina afghana oltre quella di essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato? Che meriti hanno coloro che nascono con uno stupendo sedere, o del tutto senza sedere, come quella povera bambina fatta secca per la pura sfortuna di essere nata lì? In Afghanistan, muore una donna per cause collegate alla sua gravidanza (che non è, come si dovrebbe sapere, una “malattia”) ogni 27 minuti di ogni giorno, mentre noi ci agitiamo per un’influenza. Vi sono regioni afgane nelle quali una donna incinta ha 600 volte (seicento) più probabilità di morire di parto che una donna europea o nordamericana. Essere belle non è una colpa, come non è nascere ad Arcore piuttosto che a Herat. Ma sarebbe il caso di ricordare che non è neppure un merito e per fare mestieri che non siano l’avaspettacolo o la pubblicità, la testa dovrebbe essere considerata più importante della misura di reggiseno. E usare il proprio corpo per ottenere guadagni, parti in commedia, portafogli, seggi, favori è comunque prostituzione, seppure meno rischiosa, e dunque coraggiosa, di quella praticata dalle disgraziate che battono i viali.

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