sabato 10 ottobre 2009

L'ansia del plebiscito : alcune considerazioni





RabbitOutOfHat

Proviamo a ricordare un paio di cosucce fattuali, in mezzo a questi coniglietti (e conigliette) che il Presidente Prestigiatore, Silvio “Viva Me!” sta estraendo dalle sue televisioni personali o affittate come la Rai per incantarci.

1) I sondaggi non sono voti e sono anche parecchio sospetti quando sono fatti in casa e non aggiungono mai l’importantissimo margine di errore, che nel caso di mille intervistati, come l’ ultimo sventolato dalla sua Pravda, il Giornale, è molto alto, anche nei migliori.

2) Il Presidente del Consiglio italiano NON è eletto dal popolo, neppure con la porchetta di Calderoli. Gli elettori votano per un partito che indica un candidato come possibile futuro premier e deve poi richiedere la fiducia del Parlamento, senza la quale non diventa Premier, per quanti voti abbia preso. Sembra una distinzione senza una differenza, ma è invece sostanziale, L’Italia non è una repubblica presidenziale. Punto e basta.

3) La percentuale di voti conseguiti dall’alleanza di Centro Destra nell’aprile del 2008 è, come si può vedere dal sito ufficiale del Ministero degli Interni del 46,8 %, naturalmente più della coalizione opposta (37,5%). E’ dunque una maggioranza soltanto relativa, ben lontana da quel plebiscito che ora viene spacciato confondendolo con la cifra del sondaggio casareccio. La maggioranza degli italiani che votarono nel 2008, scelsero di NON votare per il centro destra (53,2%). Mentre il partito con il suo nome ottenne appena il 37,4%, non proprio una vittoria per acclamazione.

4) Alle Europee del 2009, il neonato Popolo della Libertà ebbe il 35,3%, arretrando nettamente rispetto alle politiche del 2008.

5) Il voto delle elezioni amministrative, come ci fu ripetuto ad nauseam dal Polo, o Forza Italia o come si chiamava, quando la sinistra ebbe un risultato trionfale, non è mai un voto politico. Dunque, se non è un voto politico quando si perde, non può essere considerato un voto politico quando si vince.

6) Dalla discesa in campo nel 1994, il partito o i partiti con il marchio di Berlusconi non hanno mai ottenuto più che una vittoria relativa, al massimo poco più di un terzo del voti, grosso modo quello che otteneva la DC.

7) Quando ci si chiede dove siano tutti questi elettori di Berlusconi che a volte si fatica a individuare tra i propri conoscenti e amici, basta ricordare che da 15 anni, testardamente 2 italiani su 3, e molti di più contando gli astenuti, rifiutano di votare per lui.

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