domenica 22 marzo 2009

The president

Siccome son settimane che ci rompono le scatole (e per altre ancora lo faranno) sulla nomina del presidente della Rai, uno si fa delle domande. Ed è strano che sia uno a farsele e non tutti. Ma questo è un Paese dove non ci si domanda più niente (ad esempio perché la rivista di bordo di Alitalia è realizzata da una società dell'attore Pino Insegno?).

E comunque, il presidente Rai. Carica decisiva, a quanto pare, se i più contorti cervelli d'Italia (Gianni Letta e Dario Franceschini) ci si lambiccano inutilmente da settimane, se a ogni nome proposto Berlusconi inorridisce e mette il veto. In attesa che arrivino a te, chiediti:

Ma che cosa deve saper fare un presidente della Rai? Com'è che può essere proposto (ed è stato scelto in passato) un giornalista qualsiasi, un giurista, un critico letterario, un politico, un professore di economia aziendale, un manager? Deve distinguere un titolo di giornale da un titolo di borsa? Un codice civile da un codice da Vinci, un programma televisivo da un programma economico la rava dalla fava? Come si fa a suggerire De Bortoli e poi passare a Guglielmi? Che cos'hanno in comune? Li hai mai visti bene, da vicino, letti, ascoltati? Ma non si è ancora capito chi vuole Berlusconi? Un ruffiano. Eddai, non è mica difficile trovarne uno. Più tra i giornalisti che tra i giuristi, direi per esperienza.

PAUSA PUBBLICITARIA: Il mio presidente ideale, Clint Eastwood in "Gran Torino", li guarda e ringhia, tutti questi smidollati da prendere a calci finché respirano.

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